Il post di questo lunedì sarà dedicato ad un evento di attualità: è stato infatti ufficialmente presentato il programma del 56esimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, che si svolgerà dal 6 al 13 ottobre 2012. Il festival, diretto da quest’anno e per i prossimi quattro da Ivan Fedele, riporta un titolo alquanto suggestivo: +eXtreMe– , ovvero minimalismi e massimalismi, componenti che animano il nostro contemporaneo vivere. Fedele ha così voluto dare una spiegazione alla sua scelta per il titolo e la programmazione: “Ciò che colpisce particolarmente nel panorama musicale dei nostri giorni sono gli orientamenti estremi: minimalismi e massimalismi che vogliono abitare le regioni di frontiera del linguaggio musicale, approcci apparentemente antitetici che in comune hanno la radicalità dell’intento estetico-poetico, abbandonando di fatto l’atteggiamento politically correct del pezzo che funziona o suona bene”.
Sfogliando la pagina del programa un dato appare significativo, si tratterà di una kermesse ricchissima di eventi giornalieri, circa tre al giorno, fra concerti, installazioni sonore, atelier, performance audiovisive e opere di teatro musicale che presenteranno al pubblico ben 51 performances, di cui 28 in prima esecuzione assoluta. Mi sembra giusto rimarcare il costante impegno della Biennale verso le nuove generazioni di artisti, che vanno dalle esperienze dei laboratori allo lo spazio dedicato a varie 'opere prime', inoltre da quest’anno vi sarà la novità del "Quarto Palcoscenico", un'area web dedicata che trasmetterà parte dei programmi, anche in versione integrale, colloqui, interviste, masterclasses, momenti formativi, incontri con artisti, coreografi, musicisti e artisti di teatro.
È molto interessante notare la programmazione offerta al pubblico che vede protagonisti alcuni esponenti di correnti di pensiero “estreme” (o forse potremmo definirle di “eccesso”): dall’iper-complessità di Brian Ferneyhough al pensiero saturazionista dei compositori francesi Franck Bedrossian e Raphaël Cendo, dall’ecologia del suono di Salvatore Sciarrino al misticismo di Sofija Gubajdulina, con delle significative aperture alle avanguardie elettroniche, dando spazio a molti diversi giovani compositori sia italiani, vi ricordo anche la presenza di tre “nuthingiani”, ovvero Marco Momi, Andrea Agostini e il sottoscritto, oltre ad altri giovani compositori stranieri, vedo ad esempio in cartellone giovanissimi compositori russi come Nikolai Popov, Kirill Shirokov, Alexander Khubeev e giovani compositori americani come Sean Friar, Mario Diaz De Leon e Tristan Perich.
Nei vari eventi vi saranno inoltre svariati omaggi a John Cage e a Giacomo Manzoni che festeggia le 80 primavere, oltre al prestigiosissimo Leone d'oro alla carriera per la musica che sarà assegnato a Pierre Boulez, che a sua volta sarà protagonista del concerto inaugurale il 6 ottobre insieme all'Ensemble Intercontemporain con musiche di Bartok e dello stesso compositore francese (Sur-incises). All’italianissimo Quartetto Prometeo verrà assegnato il Leone d'argento, segnalato fra le nuove realtà musicali, che avrà il compito di introdurre il “topic” del festival il 6 ottobre all 18:00, con un programma basato sugli estremismi musicali (musiche di Bedrossian, Cendo, Bauckholt e Niblock, pionere del minimalismo americano).
Vi sarà poi una grande apertura al comparto tecnologico, dedicando un’importante spazio al progetto Iannix, una piattaforma multimediale sviluppata da Thierry Coduys, che elabora dati visivi e sonori rendendo più immediato il rapporto tra segno grafico ed evento musicale, ovvero come tradurre in suono dei disegni geometrici. Vi sarà dunque un atelier basato sulla composizione visiva da lui condotto ripartito in tre fasi salienti: propedeutica di studio del linguaggio Iannix, progettazione musicale, e realizzazione. Altri eventi che versano intorno alla tecnologia è rappresentato dai concerti basati sull’elettronica di Alvise Vidolin (con musiche di Ambrosini, Sammarchi, Tao Yu, Pasquotti), quello di Agostino Di Scipio, in duo col pianista Ciro Longobardi con in programma musiche di Montalti, Di Scipio, Stockhausen e il progetto “Automatic Soundscape Generation” (ASG), che tende a ridisegnare la fisionomia del suono con dei dispositivi particolari che ne modulano altezza e intensità captando l’avvicinamento o l’allontanamento dell’uomo, attraverso degli appositi dispositivi di captazione. Le installazioni basate su questo progetto trasformeranno per l’intera durata della manifestazione l’area del Giardino delle Vergini all’Arsenale, facendolo diventare una sorta di “giardino sonoro”.
Vi saranno molti prestigiosi gruppi e solisti invitati che si esibiranno ognuno in un porgramma interessante e ben articolato. L’ensemble italiano Alter-Ego sarà protagonista di due concerti che ruota intorno alla musica statunitense, il primo in particolar modo al mitico Alvin Lucier, co-fondatore della leggendaria Sonic Arts Union negli anni ’60 mentre il secondo vedrà l’incrocio di compositori americani e russi, con musiche di Yotam Haber e Terry Riley e i sopramenzionati compositori russi, formatisi al conservatorio Tschaikovsky di Mosca. Per chiudere il cerchio dedicato alla musica americana, vi sarà inoltre la presenza di Antony Braxton, considerato uno delle principali figure per gli sviluppi jazzistici e non solo, che si esibirà con il suo gruppo formato da 12 giovani musicisti.
L’ Ex Novo Ensemble, sarà impegnato in un doppio concerto. Nel primo evento si intreccerà con l’ensemble Alter-Ego nel già citato progetto di intreccio fra compositori americani e russi e denominato “New Russia/Old America”, mentre nel secondo eseguirà musiche di Jean-Luc Hervé (Replique), Marco Momi (Iconica IV), Rune Glerup (Dust incapsulated 2) e Christophe Bertrand (Dall’inferno), giovane compositore francese scomparso nel 2010 a soli 29 anni.
Vi sarà un omaggio a Stefano Scodanibbio, recentemente scomparso, con un concerto a lui dedicato dall’ensemble di contrabbassi Ludus Gravis. L’ensemble Risognanze di Tito Ceccherini renderà invece omaggio agli 80 anni di Giacomo Manzoni, ed eseguendo in prima assoluta due brani di Giovanni Verrando e Alessandro Melchiorre.
Il prestigioso gruppo vocale dei Neue Vocalsolisten Stuttgart saranno invece protagonisti eseguendo in prima assoluta le opere di Francesca Verunelli e Giovanni Bertelli, di Elliott Sharp, Bernhard Gander, Johannes Schöllhorn, Yannis Kryakides e Oscar Bianchi.
Anche due prestigiosissimi quartetti d’archi figurano fra i gruppi strumentali invitati. Il bruxellese quartetto Danel eseguirà musiche di Yannis Xenakis, Pascal Dusapin, Karen Tanaka, Anton Webern mentre il quartetto Klimt sarà protagonista proponendo Piano, violin, viola, cello di Morton Feldman, un brano mai eseguito in Italia della durata di un’ora e un quarto.
È molto ricco il carnet dei solisti d’eccellenza invitati, che va dal virtuosismo violinistico di Irvine Arditti che si esibirà in un omaggio a John Cage eseguendo i leggendari Freeman Etudes, a quello flautistico di Mario Caroli che eseguirà un programma denso e complesso che comprende brani di Sciarrino (L’orizzonte luminoso di Aton, L’orologio di Bergson, All’aure in una lontananza), Ferneyhough (Carceri d’invenzione, Cassandra’s dream song, Sisyphus redux) per concludere infine con la grande energia e dinamismo del “fuoriclasse delle percussioni” Simone Beneventi che si esibirà in due concerti: il primo dedicato a Cage eseguendo il teatralissimo One4 dalla serie dei number pieces mentre nel secondo si cimenterà nell’eseguire brani di Doufourt, Agostini, Trevisi, del sottoscritto e un inedito di Romitelli da lui ricostruito, con una installazione spettacolare di circa 50 strumenti a percussione. Sarà poi la volta del chitarrista Alberto Mesirca ad esibirsi con un programma particolarmente interessante che presenta musiche di Kurtág, Ambrosini e Sciarrino, mentre il pianista Andrew Zolinsky sarà impegnato in due concerti. Il primo sarà incentrato sulla “neo-complessità” della compositrice coreana Unsuk Chin eseguendo il ciclo completo dei Six Etudes, integrandolo con la seconda sonata di Sciarrino e i Klavierstucke V e VII di Stockhausen oltre alle prime esecuzioni di brani di James Dillon e James Clarke, mentre il secondo sarà una sorta di omaggio a Morton Feldmann con l’esecuzione di For Bunita Marcus, uno dei famosi “long pieces”, avrà infatti una durata di circa 75 minuti. Il duo violinistico Enzo Porta / Silvia Tarozzi, sarà invece impegnato nell'esecuzione di Dialodia e Pièce pour Ivry di Bruno Maderna, "Hay que caminar" soñando di Luigi Nono, insieme alle novità di Fabrizio Fanticini e Pasquale Criton, un’opera di ricerca sonora e gestuale su un violino accordato microtonalmente in sedicesimi di tono.
Vi saranno anche due concerti orchestrali. La FVG Mitteleuropa Orchestra eseguirà in prima esecuzione italiana Fachwerk di Sofija Gubajdulina, oltre a musiche di Cage, Bettina Skrzypcak, e José Luis Campana. L’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda sarà diretta dalla bacchetta di Michel Tabachnik, e eseguirà brani del già citato Christophe Bertrand (Okhtor), Claude Debussy (La mer) Rune Glerup (Concerto), oltre alla prima italiana di Le cri de Mohim, Premier tableau de la Legende de Haïsh, dello stesso Tabachnick.
Sinceramente sembra un programma ben articolato, congeniato secondo un’intelligenza di programmazione acuta, volta a mettere in evidenza appunto quei contrasti espressi dal titolo +eXtreMe– e che secondo me permea la nostra generazione.
Il programma completo può essere visionato qui:
A me sembra un programma molto promettente. Sono contento di vedere alcuni nomi (ad esempio, oltre ai nuthinghiani, Kyriakides, Bertrand e Rune Glerup, in più con due pezzi). Sarei curiosissimo di sentire alcune cose (tra le altre l'opera di Bertelli e il concerto di Simone Beneventi), spero di riuscire ad esserci. Sacrosanto il leone d'argento al Prometeo. Unica nota che non mi entusiasma nella programmazione è il "classico" concerto Sciarrino+Ferneyhough per flauto, però posso capirne il senso all'interno del cartellone.
RispondiEliminaGrazie Raffaele per il post, credo sia doveroso iniziare ad occuparci anche di temi legati all'attualità e alla programmazione artistica. Sono d'accordo con voi con il giudizio. A me sembra una Biennale compatta ed efficace, apprezzo in particolar modo l'assenza di tracce di provincialismo musicale e il peso (finalmente ponderato) dato a certi concerti. Mi fa un enorme piacere la programmazione di Bertrand, un gesto dovuto alla sua musica prima ancora che alla sua storia. Non vedo l'ora di conoscere la musica di Rune Glerup, di Bertelli e dei nuthinghiani. I giovani ci sono e non credo siano presenze più di tanto discutibili (molti di loro per altro non hanno mai partecipato alla Biennale); da notare che non sono sovra-esposti e questo mi sembra un gesto coraggioso. Molto bello, a mio avviso, è lo spazio russo: un approfondimento coscienzioso dopo le presenze di Kourliandski. Sono estremamente felice poi per lo spazio dato ai giovani interpreti italiani guidati dal "sacrosanto" leoncino del Prometeo, proprio un bel segnale!finger crossed...
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