Parlare di compositori e brani è per me parlare del mio modo di ascoltare in un momento preciso. Sono attirato dai compositori con uno stile secco e un taglio netto, nel senso della fattura e della precisione concettuale della scelta. Per me comporre è questione di scelta, quella della materia, della tensione dell’arco e della progressione emotiva. Tutto si riunisce, e i compositori che sono capaci di mettere insieme queste mie esigenze di ascoltatore sono pochi e tra di loro non c’è un’apparente vicinanza, ma una sorta di sostrato comune che è dato dall’intensità e dal rigore verso il proprio originale punto di vista. Mi piace potere percepire l’aspetto non propriamente percettivo di un brano.
lunedì 31 marzo 2014
Gilberto Cappelli - Blu oltremare/Per Fausto
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lunedì 17 marzo 2014
Regole. Tra suono e politica.
-... fu una grande soddisfazione, riuscii a fare avere le risorse necessarie al teatro e così poterono allestire tre opere. Poi, con riconoscenza che mi commosse, mi chiesero come potersi sdebitare e allora confessai il mio amore per il Don Giovanni di Mozart, che ha quel bel duetto: "Là ci darem la mano". Mi dissero che avevano già programmato il Don Giovanni un anno prima, ma questo non sarebbe stato un problema, e non lo fu. -
La funzione sociale dei Direttori Artistici è importante quanto quella di chi costruisce i ponti delle autostrade o le scuole. Partiamo da una considerazione banale: se vuoi diventare Direttore Artistico devi essere nominato da un politico o da entità che godono d’influenza politica. Procedure selettive pubbliche (concorsi) semplicemente non esistono, o se esistono sono ben nascosti e soprattutto non si conoscono i criteri di giudizio. Alla fine vieni scelto. Punto.
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lunedì 3 marzo 2014
Andrew Hamilton - Music for people who lose people
Qualche giorno fa è apparso su questo blog un intervento nel quale un lettore - tra le altre cose - diceva più o meno che si sente la mancanza di personaggi che possano vantare un qualche appeal pop. Sono d'accordo: un po' di attitudine pop è qualcosa di cui c'è grande carenza, e che invece potrebbe costituire un segno importante di modernità.
È in questo contesto che mi è venuto in mente un compositore che ho incrociato alcune volte, l'irlandese Andrew Hamilton, e una sua opera che mi piace molto, "Music for people who lose people".
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