Ascoltare pezzi a caso su youtube può riservare piacevoli sorprese e suscitare interesse. L'altra sera è successo proprio così, quando appena sentito un pezzo per quartetto d'archi che aveva calamitato la mia attenzione, subito ne ho voluto cercare altri dello stesso autore. I pezzi trovati erano frutto del lavoro di Turgut Erçetin, un compositore di origine turca che dopo essersi formato al MIAM (Istanbul Technical Center for Advanced Music Studies) ha compiuto gli studi dottorali a Stanford con Brian Ferneyough, approfondendo le proprie ricerche al CCRMA (Center for Computer Research in Music and Acoustics).
lunedì 17 novembre 2014
domenica 2 novembre 2014
Parlar di musica
Non sono dotato di un primo ascolto analitico, ogni qual volta ho l'occasione di ascoltare Schubert o Beethoven (come Mahler o Stravinskij) l'interesse d’indagine strutturale o sul trattamento dei materiali svanisce. Ho la sensazione di essere risucchiato in una storia, la fine dell'esposizione diventa respiro, la ripresa, un ritorno, un accordo che esplode è una grande esplosione prima ancora di essere una lunga serie di terze sovrapposte.
Una storia dunque, in cui l'atipica modulazione inerisce al cesello di un movimento nel dramma piuttosto che al concetto derivante dalla sua atipicità. In realtà la coscienza dell'atipico e il suo portato concettuale non è necessariamente in antitesi con ciò che riguarda la retorica, faccio quindi mie le parole di Eric Maestri "sapere finalmente che ogni musica è concettuale".
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