di Fabio Selvafiorita
“...è più facile parlare dell'algebra che del fuoco.”
(John Barth)
La richiesta per un mio intervento in questo spazio giunge tanto inattesa quanto gradita. È molto probabile che gli articoli che vado scrivendo da qualche tempo per L'Intellettuale Dissidente o qualche esternazione da me rimossa devono aver provocato questa domanda. Premetto che non ho intenzione di proporvi nulla di originale. Viviamo in un mondo in cui ognuno si sente legittimato a dire la sua su qualsiasi argomento. Più raro che gli stessi condividano con altri le coordinate culturali di un pensiero. Ho preferito proporvi un percorso quasi ipertestuale tra riflessioni di pensatori ben più autorevoli di me sui fondamenti dell'Estetica in quella che ritengo l'ora più buia della sua storia. Prendete questo scritto così com'è, senza rintracciare intenti sistematici e accettando certe espressioni enigmatiche per quel che possono significare per voi. In ogni caso ringrazio i ragazzi di /nu/thing per l'ospitalità e approfitto di questo spazio per dare ordine pubblicamente a qualche pensiero sparso sulla natura del fuoco. Dell'algebra, d'altronde, già sapete.