/nu/thing è nato per tante ragioni, diverse per ciascuno dei compositori
che gli hanno dato vita. Due sono però chiare e comuni a tutti. La prima è la
reazione a un post di Renato Rivolta, in cui questi
sosteneva (come molti a più riprese hanno fatto, prima di lui) che la musica
contemporanea fosse morta. Rispondemmo così. La
seconda è costituita dagli scambi di opinioni personali: questo blog nasce
dalla necessità di trovare un confronto franco, diretto, nel merito delle
questioni musicali e estetiche, che ci sembra raro trovare come fatto pubblico
sia nel nostro paese sia su scala continentale.
lunedì 31 ottobre 2016
venerdì 8 gennaio 2016
Thank you Mr. Boulez
Boulez è scomparso, e come ho scritto su Facebook appena l'altroieri, purtroppo non ho avuto, come alcuni colleghi, l'occasione di parlarci veramente : l'ho incrociato diverse volte all'Ircam, lungo i corridoi, nell'ascensore, sul ponticello davanti all'entrata dell'edificio.
L'ho conosciuto un po' meglio, se così possiamo dire, nella lettura di alcuni suoi scritti - che l'immaturità intellettuale dell'epoca non mi faceva comprendere appieno - nell'ascolto di alcune sue opere - Dérives I, Notations et Dialogue de l'ombre double - e nell'aver assistito a un paio di conferenze da lui tenute qualche anno fa.
In verità, probabilmente in quei fugaci momenti non avrei saputo cosa dire, se non ricambiare il suo gentile e semplice saluto facendo altrettanto, sorridendo come lui. (A tal proposito una volta Eric Maestri mi fece una battuta : "ma se incontri Boulez in ascensore che cosa gli dici : scusi, ma lei è Pierre Boulez ?". Ecco, quello ovviamente non l'ho fatto...)
Rimangono piuttosto gli anni trascorsi all'Ircam, l'aver conosciuto, frequentato e appreso da compositori, musicisti, insegnanti, ricercatori - e non solo questi - che mi hanno formato e ai quali devo molto. Alessandro Ratoci, in un suo post su Facebook scrive che "abbiamo studiato da lui anche se non abbiamo studiato da lui". Probabilmente è vero.
Infine se passo dalla nota puramente autobiografica, che lascia il tempo che trova, a una breve riflessione, non posso non dire che Boulez rimane un importantissimo esempio di come slancio artistico, impegno politico, pensiero e contesto storico abbiano portato alla crescita della musica, di chi la fa, e di chi la ascolta.
Perciò, anche per questo, "thank you Mr. Boulez".
L'ho conosciuto un po' meglio, se così possiamo dire, nella lettura di alcuni suoi scritti - che l'immaturità intellettuale dell'epoca non mi faceva comprendere appieno - nell'ascolto di alcune sue opere - Dérives I, Notations et Dialogue de l'ombre double - e nell'aver assistito a un paio di conferenze da lui tenute qualche anno fa.
In verità, probabilmente in quei fugaci momenti non avrei saputo cosa dire, se non ricambiare il suo gentile e semplice saluto facendo altrettanto, sorridendo come lui. (A tal proposito una volta Eric Maestri mi fece una battuta : "ma se incontri Boulez in ascensore che cosa gli dici : scusi, ma lei è Pierre Boulez ?". Ecco, quello ovviamente non l'ho fatto...)
Rimangono piuttosto gli anni trascorsi all'Ircam, l'aver conosciuto, frequentato e appreso da compositori, musicisti, insegnanti, ricercatori - e non solo questi - che mi hanno formato e ai quali devo molto. Alessandro Ratoci, in un suo post su Facebook scrive che "abbiamo studiato da lui anche se non abbiamo studiato da lui". Probabilmente è vero.
Infine se passo dalla nota puramente autobiografica, che lascia il tempo che trova, a una breve riflessione, non posso non dire che Boulez rimane un importantissimo esempio di come slancio artistico, impegno politico, pensiero e contesto storico abbiano portato alla crescita della musica, di chi la fa, e di chi la ascolta.
Perciò, anche per questo, "thank you Mr. Boulez".
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